L’asse Pesaro – Soddo targato Rolando Ferri

Negli ultimi 15 anni l’asse “Pesaro – Soddo” porta un nome preciso: Rolando Ferri. Ottant’anni suonati, ma la vitalità di un ragazzino. All’età in cui in genere si va in pensione, Rolando ha deciso di mettersi a servizio a tempo pieno della missione di Abba Marcello. Il suo passato di sportivo, gli ha permesso di coinvolgere le società cittadine, e da quegli ambienti di circuito della solidarietà si è esteso a macchia d’olio in tutta la città e anche fuori.

Le tecniche sono quelle classiche: la buona abitudine di ritrovarsi, due volte l’anno, a cena, in locali che offrono l’accoglienza, con una risposta davvero massiccia, dalle 250 alle 300 persone ogni volta. Dalla strategia alimentare, poi, a quella “turistica”: una strategia vincente dei frati Cappuccini è sempre stata quella di “ammalare” la gente di Africa attraverso i viaggi, e così Rolando ha seguito questo esempio, con una simpatica variante. Ai gruppi che aderiscono all’invito di passare dieci giorni da Abba Marcello, Rolando “affibbia” un bagaglio pieno di indumenti, scarpe, generi di prima necessità dedicati ai piccoli ospiti dello Smiling Children town. Ferri, tuttavia, va oltre: ci racconta che si porta dietro, in questi viaggi, solo lo stretto necessario per vestirsi, e alla fine della permanenza lascia anche quello, ripartendo con i soli vestiti che ha indosso.

Il resto lo lascia a Marcello, perché qualcuno a cui darlo lo trova sempre. Rolando tuttavia ottimizza tutto e di certo non torna mai a mani vuote: “la mia debolezza, confessa, è il mango. Mi piace mangiarlo, mi piace offrirlo. E così riesce a commuovere anche la dogana di Addis Abeba, che –anche se non potrebbe – fa passare una discreta quantità di frutti che magicamente, in Italia, rialimenta la catena della solidarietà e si trasforma in altro: ancora soldi, oggetti, vestiti che poi ripartono, alla volta del Wolayta.

Già in primavera Rolando Ferri aveva annunciato che – forse – allo scoccare degli ottant’anni avrebbe lasciato andare con i viaggi. Pochi gli hanno creduto davvero. La verità è che Rolando appare insostituibile. Chiunque si sarebbe commosso, al suo arrivo a Soddo, vedendo l’affetto con cui è stato accolto dai ragazzi e – dopo dieci giorni – la standing ovation con cui è stato salutato. Lasciando il Centro a bordo della jeep guidata da Abba Marcello gli si è sicuramente stretto il cuore. Stavolta potrebbe essere stata davvero l’ultima volta. Ma qualcosa ci dice che non sarà così.

Articolo scritto da Vincenzo Varagona giornalista della Rai marchigiana, e pubblicato sul giornale “ Il Nuovo” il 25 Dicembre 2016.