Abba Marcello

  • Presentazione di Don Marcello Signoretti e della: “Ethiopia’s Street Children – Villaggio dei Ragazzi Sorridenti – Onlus”.

Nel Dicembre del 2009 le autorità di Soddo, capoluogo etiope del Wolayta, dedica una strada ad un uomo bianco: non è un riconoscimento alla memoria, perché Abba Marcello non solo è vivo, ma ancora impegnato nella sua missione in una delle terre africane più difficili. Nei giorni in cui è stata inaugurata la “Abba Marcello road“, a Soddo si apriva anche la “Smiling Children Town” (Città dei Ragazzi Sorridenti), nata per togliere i ragazzini dalla strada. “Si avvera il sogno della mia vita”, afferma Marcello commosso agli amici che lo hanno sostenuto nell’impresa.  Brano tratto dal libro “Abba Marcello – Viaggio nel cuore dell’Africa Missionaria” – scritto da Vincenzo Varagona – caporedattore “Rai Marche”.

Don Marcello Signoretti (Abba Marcello), è originario di Candelara, paesino arroccato in collina a pochi chilometri da Pesaro, nelle Marche, ove nacque il 27 novembre 1942, da Francesco Signoretti e Delvina Serafini. 

Famiglia modesta, ma buona e generosa, fondamentalmente timorata da dio, che ha educato i propri figli al lavoro, all’onestà, al rispetto per tutti, alla generosità verso i poveri. Guarito da una grave malattia che lo colpì da fanciullo, una volta adolescente, confessò alla mamma di voler diventare sacerdote e fece anche il chierichetto, nella parrocchia ove abitava.

Più avanti la vita gli riservò, altre sorprese quali, assistere i sui genitori gravemente malati per circa un ventennio e per questo lasciò gli studi per il lavoro, dovendo guadagnare da vivere per se ed i suoi due fratelli più piccoli. Riuscì comunque con grandi sacrifici a sostenere gli esami da privatista per diventare prima ragioniere e poi diplomarsi in Teologia presso l’Università di Urbino.

Si è sposato all’età di 42 anni, ma purtroppo il suo matrimonio durò appena due anni, causa la morte prematura della moglie per una gravissima malattia. È stato per lui, un momento veramente difficile e tragico per la sua vita, che è riuscito a superare trovando una grande motivazione e un grande ideale per cui vivere, che gli ha reso di nuovo la vita bella e significativa.

Infatti, decise di partire come laico per l’Etiopia, ove per alcuni anni, ha svolto mansioni di volontario e amministratore della diocesi di Soddo, città che si trova nella regione del Wolayta, seguendo anche un progetto di adozioni a distanza. All’età di 59 anni, ha finalmente coronato il suo sogno di divenire sacerdote, in quella terra d’Africa, adoperandosi soprattutto per promuovere i diritti sociali delle persone. Ha realizzato diversi progetti, fra i quali un centro di accoglienza per bambini di strada, denominato “Smiling Children Town “(Città dei ragazzi sorridenti) a Soddo, una delle più importanti realizzazioni di cooperazione internazionale che abbia visto la luce nel Centr’Africa, dove si dà la possibilità a questi bambini di dormire, mangiare e vivere in un ambiente accogliente e di essere educati.

Dopo aver seguito un primo percorso  di inserimento volontario, i ragazzi iniziano un percorso scolastico, che per i più portati si concluderà con l’università. Mentre per chi non ha predisposizione per lo studio, viene inserito in laboratori dove impara un mestiere per poi reinserirsi nel tessuto sociale del territorio.

Per aderire a questo ed altri progetti che Abba Marcello porta avanti in Etiopia, si possono seguire due percorsi: Donazione libera per i vari progetti, oppure l’adozione di un ragazzo del Centro.

In merito a questo suo progetto che per lui è primario, Abba Marcello, ha dichiarato: “ Era il mio sogno da sempre, poter aiutare tanti bambini etiopi, ad avere una vita migliore”.

Voi non potete capire cosa significhi l’impotenza nel vedere  migliaia di ragazzini per strada, in preda alla sporcizia, alle prepotenze, e alle violenze degli adulti, dei boss di quartiere. Ho cercato di porre rimedio ad una vera “piaga”, perché in questa città costantemente in crescita,  nonostante l’alta mortalità, i bambini di strada sono circa due o tremila.

Ho voluto per loro una casa dove potessero trovare quella dignità perduta, quell’affetto che mai hanno avuto e di cui hanno tanto bisogno. In questo centro trovano un letto, una mensa, l’istruzione ed anche una specializzazione”.

Un bambino quando ti guarda, vuole leggere nel tuo cuore; un bambino quando ti da la sua manina, vuole una tua carezza; un bambino quando ti sorride, vuole anche da te un sorriso; ma un bambino quando ti abbraccia, vuole l’amore di una vita. 

  (Giancarla Grigolo)

  • Il percorso di nascita dello “Smiling Children Town” di Soddo

Dal momento del mio arrivo in Soddo nel 1996 mi sono da subito interessato dei ragazzini poverissimi che incontravo per strada e che vedevo dormire sotto le verande, dentro le chiaviche, coperti da cellophane, cartoni o paglia. Senza nessuna protezione o difesa, nonché spesso maltrattati e picchiati dai guardiani notturni e dai soldati. In molte occasioni ho dovuto difenderli e prenderli con me per proteggerli e curare le loro ferite, portando i più malconci in ospedale a Soddo. Avevo capito che se rubavano durante il giorno era per sopravvivere, perché erano vessati, discriminati. Nei primi anni del mio soggiorno da volontario a Soddo, presi in affitto per loro alcuni appartamenti, procurando materassi, coperte, cibo e materiale scolastico per la scuola ove li avevo iscritti, partecipando fin da subito con ottimo profitto.

All’inizio del terzo millennio, durante un mio soggiorno in Italia e precisamente al termine di una conferenza sull’Etiopia a Forlì, ove avevo descritto davanti un folto pubblico la mia esperienza, venni avvicinato da una signora, tale Giovanna Galotti, legata ad una Onlus della medesima citta denominata “Comitato Lotta Contro la Fame nel mondo “, la quale a seguito di un lascito testamentario ricevuto da una sua amica mi donò la somma di 200.000,00 Euro.  Dopo averla infinitamente ringraziata, pensai che la provvidenza arrivata da una persona a me sconosciuta mi poteva permettere finalmente di fare qualcosa di più concreto e utile per i ragazzi poveri dell’Etiopia. Finalmente avrei potuto costruire un centro per loro, dove potessero trovare, affetto, protezione, cibo, vestiti, educazione civile e scolastica. Dopo aver presentato un progetto alle Autorità locali che venne approvato in un breve arco di tempo, nel 2005 iniziò la costruzione del Centro che venne successivamente inaugurato nel Dicembre 2009 e da quel momento entrarono i primi ragazzi ed a tutt’oggi è pienamente funzionante con la presenza di circa 130 ragazzi. Da quella data ad oggi circa 950 ragazzi hanno frequentato il percorso scolastico, per poi essere integrati nelle loro famiglie, oppure hanno conseguito diplomi di scuole superiori o si sono laureati per poi inserirsi in importanti percorsi lavorativi, come l’attuale Direttore dello “Smiling Children Town”- Wondewosen Assefa, che è stato uno dei primi ragazzi che aiutai in Etiopia.  Ci tengo a precisare che lo Smiling ChildrenTown, non è un orfanotrofio, ma un centro di rieducazione ed i ragazzi, non possono rimanere nel “Centro” più di cinque anni in rispetto delle direttive del governo. In questo arco di tempo vengono anche effettuate periodiche visite presso le loro famiglie, durante le quali si cerca di convincere i genitori a riprendere i loro figli, soprattutto se sono fuggiti di casa, e viceversa convincere i ragazzi a ritornare presso le loro famiglie se sono stati cacciate dalle stesse, al termine del percorso dei cinque anni.

Durante la permanenza dei ragazzi presso il Centro, si interviene sulle loro famiglie quasi sempre poverissime, riparando o costruendo loro la casa, acquistando qualche animale per lavorare la terra e fornire latte. Oppure elargire delle piccole somme di denaro per le loro mamme, per iniziare un piccolo commercio, facendo in modo che i ragazzi una volta rientrati nei loro villaggi, non siano tentati a scappare di nuovo da casa per poi ritrovarli sulla strada. Inoltre, al momento del reintegro in famiglia, quest’ultima riceve un aiuto in denaro e per altri cinque anni integriamo le spese per la scuola e forniamo materiale scolastico. Se invece il ragazzo scappa di nuovo e fa sparire le proprie tracce, l’aiuto viene meno. In questi anni è stata bassissima la percentuale dei ragazzi che si sono persi per strada. Quasi tutti hanno seguito e seguono le nostre direttive e consigli, continuando il percorso di studio oppure seguire corsi per l’inserimento nel mondo del lavoro. I ragazzi che nel percorso scolastico hanno punteggi molto elevati vengono aiutati fino al conseguimento della laurea.

Attualmente i maggiori sponsor dello “Smiling Children Town”, oltre alla Onlus “Ethiopia’s Street Children – Villaggio dei Ragazzi Sorridenti“ di Pesaro, sono: La “Confartigianato di Roma – Ancos”; il “Gruppo India” e le “Missioni Estere dei Cappuccini delle Marche”, nonché tanti amici da tutta l’Italia e oltre i confini nazionali ai quali vanno sempre le mie preghiere e ringraziamenti.

  • Progetti realizzati da Abba Marcello nella Regione del Wolayta (Etiopia)
  • Nel periodo iniziale in cui arrivai a Soddo in Etiopia, essendo ancora laico e non avendo ancora una parrocchia ho provveduto ad aiutare il Vicariato, fornendo ai vari Uffici materiale utile per lavorare, come: computers, fotocopiatrici, sedie, scrivanie, armadi, nonché materassi, lenzuola, coperte per le stanze dei parroci.
  • Dopo di che con l’aiuto dei tanti amici italiani, ho potuto costruire la prima chiesa in mattoni denominati “blocchetti” nel Villaggio di Sakisho Shone, nonché dare un cospicuo contributo per costruire la chiesa nel Villaggio di Timbaro.
  • Successivamente nel Villaggio di Shella Borkoshe, ove aveva sede la mia prima parrocchia dopo che sono stato ordinato sacerdote, abbiamo costruito la Chiesa e arredata con tutto il necessario per celebrare messa ed ospitare i fedeli. Quindi, dei bagni pubblici, un asilo, un cimitero con annessa camera mortuaria, un mulino per macinare il grano ed infine costruito una linea elettrica per portare corrente elettrica da un’altra cittadina lontana diversi chilometri.
  • Ricordo che sempre con l’aiuto di alcuni benefattori, siamo riusciti a catturare acqua da una sorgente naturale e portarla con una tubazione lunga circa 12 chilometri a quindici villaggi ubicati in wolayta.
  • Dopo aver fatto scavare un pozzo da 180 metri di profondità, siamo riusciti a fornire acqua potabile all’asilo ed ai parrocchiani nel Villaggio di Kebele, nonché nei villaggi di Mante Ghilo e Cifisa con diversi chilometri di tubazioni.
  • Dalle sorgenti del Monte Damota, abbiamo prelevato acqua e con lunghissime  tubature l’abbiamo fornita alla scuola ed all’intero Villaggio di Dalbo Woghene.
  • Costruito nel Villaggio di Mante Ghilo un ponte al servizio della popolazione, e anche un salone per far studiare gli studenti.
  • Costruito nei vari Villaggi della Regione del Wolayta 18 piccole chiese con tutto il l’arredamento e materiali necessari per celebrare le sante messe.
  • Nella città di Soddo abbiamo costruito due fabbricati in cemento e mattoni destinati a bagni pubblici e docce nella zona del mercato cittadino.
  • Costruite due scuole in zona Golla di Soddo e acquistato 200 banchi, nonché riparate anche altre due scuole nella medesima zona e dato un consistente contributo per le varie chiese ortodosse e protestanti.
  • Abbiamo acquistato banchi per le scuole dei Villaggi di Bughe Mortato, Gulgula Ara, Hobiccia Badda, Bughe Ghennet, Hello Herasco, Hobiccia.
  • Costruita la scuola formata da quattro aule nel Villaggio di Zamine Nare e acquistato 100 banchi.
  • Costruito asili nei Villaggi di Dimptu e Wallacha, e provveduto ad arredarli per accogliere i molti bambini che vi abitano.
  • Costruito un ampio locale per il lavoro tessile, una scuola, una cappella con arredamento e 900 letti a castello in ferro, per il carcere di Soddo, nonché fornito vestiti per coloro che non hanno parenti vicini e che si sentono abbandonati e inoltre aiutato molti malati di aids.
  • Costruite cappelle per i villaggi di Bale Manara, Eddo, Omorati.
  • Scuole per i villaggi di Bughe Borkoshe e Baccio Bisare.
  • Costruito un centinaio di pozzi, tutti scavati a mano e con pompa a mano in alcuni villaggi poverissimi.
  • Costruito 4 pozzi con trivella, profondi rispettivamente 160, 180, 210, 230 metri per portare acqua sempre ad altrettanti villaggi, nonché una tubazione di circa dieci chilometri per i due villaggi di Hello Herasho e Innafe Bisare.
  • Nel Villaggio della mia attuale parrocchia di Bughe Ghennet, abbiamo costruito la chiesa, completa di arredamento e materiale per celebrare la santa messa; Un asilo con giochi vari per i tanti bambini, acqua, bagni, cucina e uffici; Un ambulatorio medico fornito di acqua, bagni ed arredamento con camere per le infermiere; portata energia elettrica e acqua fino alla parrocchia. Costruita la strada per ben tre volte, (causa i frequenti smottamenti) dal villaggio alla parrocchia; Costruito un mulino, un magazzino ed un alloggio per le maestre, nonché due ponti sempre nel Villaggio di Bughe Ghennet.
  • Costruite 33 cappelle con arredamento e forniture varie ed annesse cucine in altrettanti villaggi.
  • Costruita la sede per il kebele nel Villaggio di Hello Herasho.
  • Contribuito alla costruzione degli uffici per il kebele del Villaggio di Bolla Wuance.
  • Costruite due scuole nel Villaggio di Hello Herasho.
  • Costruiti 10 fontanili per l’approvvigionamento dell’acqua per la popolazione di altrettanti villaggi.
  • Costruita una chiesa nella cittadina di Badessa con fornitura di banchi.
  • Costruite diverse case, acquistato buoi, mucche, pecore, capre, per I contadini poveri.
  • Assistenza continuativa a circa 300 poveri della città di Soddo e malati di malattie tropicali, fornendo loro medicine e sostegno economico per visite mediche, ricoveri ed operazioni chirurgiche.
  • Costruita sul monte Damota una chiesa per i pellegrini e tre pozzi con pompa a mano, per la popolazione del Villaggio, nonché un concreto contributo economico per migliorare la scuola già esistente ed i bagni per gli studenti.
  • Effettuate diverse opere di manutenzione per il Vicariato di Soddo, presidio molto importante per la chiesa Cattolica in Etiopia, ove vi è la sede de Vescovato.
  • Costruiti tre dormitori e forniti di arredamento per il Centro dei bambini ciechi di Soddo, che continuiamo ad aiutare costantemente.
  • Aiutiamo costantemente i ciechi che lavorano presso la fabbrica di mattoni in Soddo, costruendo anche i loro dormitori ed acquistando macchinari utili per migliorare la fabbricazione dei mattoni.
  • Nella mia vita non ho potuto avere figli, ma qui ho trovato tanti figli, centinaia e centinaia di figli che io amo e a cui io voglio bene e come se li avessi generati io. Ho lasciato in Italia i miei famigliari e molti amici, però qui ho trovato tanta gente che mi vuole bene, mi stimano. Sono contento e mi sento appagato il mio voler bene è corrisposto. La gente mi abbraccia, mi ringrazia continuamente e mi ritiene un benefattore perché in tutti questi anni abbiamo fatto tante cose ed aiutato tanta gente. Ma io voglio far capire che se io ricevo i ringraziamenti di questa gente, che ormai considero la mia gente, il grazie maggiore va soprattutto agli italiani, a quell’esercito di persone buone che sono dietro di me, che con la loro generosità, solidarietà mi aiutano. Io sono un tramite, ricevo e do alla mia gente. Il grazie più importante deve essere dato agli italiani, perché io sono il piede della provvidenza che va in luoghi diversi, l’occhio della provvidenza perché vedo le situazioni, la mano della provvidenza perché do quello che ho a questa gente, ma il cuore che pulsa sangue pulito e vivo in tutte le arterie dell’Etiopia sta in Italia. Io mi esprimo sempre al plurale, perché è grazie a tutti questi benefattori che io posso fare tanto qui nella “nostra” terra.