Storia di Natanael Filipos

Poco più che bambino Natanael Filipos, dopo la morte di sua madre, aveva continuato a vivere con il padre, che poco tempo dopo, si era risposato con un’altra donna e da quel momento aveva capito che non poteva continuare a vivere sotto il loro stesso tetto, perché era venuto a mancare l’amore, l’affetto e nessuno dei due si curavano più di lui neanche per le cose di prima necessità.

Per cui era stato costretto a lasciare la casa paterna e vivere di espedienti nelle strade della città di Soddo e con tante difficoltà e pericoli.

Per sopravvivere Filipos, aveva imparato a rubare ed era diventato con il tempo un ladro esperto, con l’istinto di rubare qualsiasi cosa vedeva e che poteva servire a soddisfare le sue esigenze esistenziali e di sopravvivenza, spostandosi anche in altre città della Regione del Wolayta, diventando quasi un professionista del furto, anche se adolescente ma con un impulso irrefrenabile ad impossessarsi di tutto ciò che gli creava un guadagno economico.

Ma, nel frattempo attraverso alcuni suoi coetanei veniva a conoscenza dell’esistenza dello “Smiling Children Center” e quindi decideva di chiedere ad Abba Marcello di intraprendere un percorso scolastico, pur con ancora molte riserve mentali. Infatti, aveva continuato a rubare anche all’interno del Centro rendendosi protagonista di furti di magliette, pantaloni, scarpe che di nascosto le rivendeva al mercato cittadino, a suoi coetanei che si potevano permettere di acquistarle per poi a loro volta rivenderle a prezzo maggiorato.

Con il trascorrere del tempo e con i suggerimenti, consigli e con la stima di tanti altri bambini e dei superiori del centro, aveva cercato di limitarsi a rubare. Finché, si era reso conto che comportandosi in quel modo non faceva altro che dare problemi e dispiaceri a tutti. Con il passare dei giorni Filipos, aveva avuto il coraggio di smettere di rubare, pur con tanta fatica, ma felice di non dare più dispiacere ai sui compagni ed Abba Marcello.

A Marzo del 2020 era stato costretto, come tutti i ragazzi del Centro, a ritornare a casa (causa pandemia da Covid-19) non con la nuova famiglia di suo padre, ma ospite di suo fratello maggiore.

Nel frattempo ha incontrato i suoi vecchi amici di avventure ladresche, passando con loro anche diverso tempo. Ma pur avendo avuto molte proposte per ritornare a rubare insieme, non le ha mai accettate, anzi si è prodigato per convincerli a desistere ed a cambiare vita. Alcuni di loro hanno accettato i suoi consigli, prendendo coscienza che così facendo procuravano dispiaceri a gente onesta. Altri suoi amici invece si sono dissociati, dicendogli che non lo riconoscevano più e che lo ritenevano un debole e la vergogna della loro compagnia.

Quando è ritornato al Centro, nel salutarli ha ribadito a loro che lui vuole una vita onesta e un futuro dignitoso e che non è sua intenzione di non far vergognare suo padre di avergli dato la vita.

Dopo alcuni mesi dal suo ritorno al Centro lo si nota felice e molto volenteroso nello studio e con l’aspirazione di diventare un dottore. Più volte ha ringraziato Abba Marcello per questa opportunità che gli ha dato e per avergli fatto capire quanto sia bello vivere onestamente.