13 Febbraio 1017,è passato già un mese da questa data tanto attesa, un sogno si è realizzato, l’Africa!
Non so dire il motivo per il quale il continente nero mi abbia sempre affascinato, ma ho sempre avuto una strana frenesia nel volermi buttare in esperienze che avrebbero dato una svolta alla mia vita e che avrebbero formato la persona che sono ora.
L’emozione era tanta, ed è stata proprio quella che mi ha spinto a dire quel fatidico “Sì, ci vengo”, in un periodo scolastico in cui solo un pazzo avrebbe accettato di fare i bagagli e partire. Per essere sincera, con l’emozione c’era anche la preoccupazione del “dopo”; tutte le verifiche, le interrogazioni e le spiegazioni da recuperare non mi facevano vivere al meglio la mia partenza.
Nonostante ciò , la volontà di toccare con mano quella povertà di cui tanto si parla, ma di cui poca voglia si ha di affrontare, mi ha dato la carica giusta per mettermi in gioco, cogliendo un’opportunità unica che la vita mi ha offerto! Ritorno qui ,ora, dopo aver trascorso 11 giorni indimenticabili in quel piccolo angolo di mondo immerso nel verde, a mettere su carta emozioni ,visi, sorrisi, gesti e paesaggi che rimarranno per sempre sigillati nel cuore e impregnati negl’occhi. L’esperienza vissuta a Soddo, in Etiopia, nel centro fondato da Abba Marcello chiamato “Smiling children town” è stata così grande e intensa che è veramente difficile riassumerla in poche righe.
Ogni singolo luogo scoperto, la natura incontaminata e pura ,come un quadro impressionista, si è stagliata imponente di fronte ai miei occhi…sovrastandomi, io ero un granello di sabbia piccolo, piccolo immersa nell’oblio dell’universo maestoso. I ricordi che permangono vivi sono i colori ,gli odori ,i suoni perché l’Africa è questo…è il rosso caldo della terra, è il verde brulicante della natura, è l’odore dei campi, l’odore del sudore, della fatica di arrivare a fine giornata ; ma l’Africa è anche musica, ritmo, movimento, semplicemente l’Africa è vita! E questa vita è scritta negli sguardi delle persone che ho avuto la fortuna di incontrare. I loro occhi facevano rumore, ho visto occhi ringraziare, occhi sperare, occhi gridare…occhi affamati, occhi stanchi ma pieni, pieni di storie, di bellezza, di vita! E’ straordinario come questa popolazione ti accolga a braccia aperte con il sorriso perennemente stampato sul viso, una mano alzata pronta a salutarti…dagli anziani, agli adulti ai bambini.
Pur sapendo di vivere nella miseria rivolgevano gesti, preghiere a noi, persone totalmente sconosciute,benedicendo il nostro futuro. Questa io la chiamo umiltà, misericordia o semplicemente UMANITA’! Quell’umanità che forse a volte ci manca perché siamo distratti ,siamo sempre di fretta in questa società del “tutto e subito”, del “superfluo” e del “consumo”. Solo così, ho avuto modo di comprendere l’assurdità di molte nostre preoccupazioni, di tanti nostri problemi, ma soprattutto le fortune, che fin dalla nascita possediamo in questa agiata vita. La fortuna di avere una famiglia, di avere da mangiare, da bere; la fortuna di avere una casa accogliente, dei vestiti puliti ma anche la sola possibilità di studiare! Basterebbero queste “poche” fortune a rendere la vita di un bimbo africano un po’ più dignitosa! E non dico più” ricca” ,perché mostro la mia più profonda disapprovazione nei confronti di chi, pensa o addirittura sostiene che la loro non si possa definire “vita” o ancor di più che non abbiano possibilità di scelta.
A mio parere, queste persone compiono ogni giorno la più grande scelta che si possa fare, ovvero quella di continuare a vivere! Già, è proprio così…noi pensiamo di avere il monopolio su ogni cosa e che tutto ciò che produciamo e consumiamo ci possa far raggiungere la felicità piena; invece l’Africa mi ha insegnato a non dar nulla per scontato, come “già dato”, perché quello che hai nel le mani oggi, un domani potrà non esserci più senza che tu abbia il tempo per accorgertene.
Io credo fermamente che sono loro, che ogni giorno lottano per la vita in un ambiente così ostile ad essa, mentre siamo noi che sopravviviamo e piano piano soccombiamo nell’abisso della superficialità e ignoranza. Loro mi hanno insegnato il valore delle piccole cose ,un abbraccio, un sorriso, un “come stai” e mi hanno fatto riflettere sul valore del DONARE senza necessariamente ricevere qualcosa in cambio; “donarsi”, infatti, per la sola e semplice volontà di farlo; mettersi a nudo con la consapevolezza che una vita spesa per l’altro è una vita che vale la pena di essere vissuta! E non con la pretesa di salvare qualcuno, perché come diceva un vecchio prete: <” non c’è chi salva, o è salvato, ma ci si salva insieme >”.
L’incontro con l’altro e l’ascolto del prossimo mi hanno lasciato un segno indelebile che mi sono portata nella valigia, a casa; con l’obiettivo ora, di percorrere questo lungo cammino che è la vita con tutte le difficoltà e gli ostacoli che si potranno presentare ma con la voglia di lasciare un’impronta nel sentiero e di essere protagonista di un capolavoro!
Marta Milano